LE AROMATICHE
Abbiamo voluto dedicare un capitolo a parte a questo tipo di adattamento caratteristico della flora mediterranea, perché rappresenta certamente uno
dei punti di intersezione più significativi tra le culture e le piante circummediterranee. Basti pensare che nei corredi funerari delle tombe appartenenti
alle civiltà più diverse, sono stati rinvenuti ampolle e vasetti contenenti profumi ed unguenti, ricavati da piante aromatiche con metodi molto simili, anche
se preparati da uomini che per essere vissuti in epoche e luoghi diversi, non si erano mai incontrati.
LE PIANTE AROMATICHE
Vengono comunemente definite aromatiche quelle piante che sono in grado di secernere oli essenziali dall'odore penetrante. Dove si formano e si accumulano
nel vegetale le essenze?
Fig 9. Mirto (
Myrtus communis)
A seconda della specie, possiamo trovare sistemi di secrezione diversi. Si tratta di cellule specializzate e tessuti secretori esterni o interni.
Nel caso in cui i tessuti secretori siano esterni, sono localizzati in genere negli epiteli dei fusti giovani o delle foglie. Sbalzi termici, urti o
sfregamenti determinano la rottura dello strato cuticolare, causando la liberazione di queste sostanze estremamente volatili. Nel caso di tessuti di
secrezione interni, possono essere presenti sistemi uni o pluricellulari, che presentano cavità (sacche o canali) contenenti le sostanze aromatiche.
Nelle foglie del mirto (Fig. 9) sono contenute sacche piene di oli essenziali, mentre le foglie delle Conifere sono dotate di canali resiniferi.
GLI OLI ESSENZIALI
Gli oli essenziali sono costituiti generalmente da miscugli di componenti chimicamente diversi, poco solubili in acqua e facilmente solubili in alcool o
in solventi organici. Tra essi i più diffusi sono i terpeni, gli eteri, gli esteri e i fenoli.
LA
COMPOSIZIONE di un olio essenziale varia da specie a specie, in quanto è regolata da fattori genetici; possono avere costituenti comuni specie diverse
dello stesso genere o della stessa famiglia. I rapporti tra i singoli componenti di un'essenza possono variare all'interno di una stessa specie in relazione
all'ambiente esterno, oltre che a fattori genetici; al riguardo hanno influenza l'altitudine, l'esposizione, l'inclinazione del suolo, l'aridità, la ventosità, ecc.
Nei vari stadi del ciclo vegetativo di una pianta, la quantità di un olio essenziale si modifica notevolmente; in genere la massima concentrazione si ha nel
periodo di piena fioritura, chiamato
tempo balsamico.
La concentrazione delle essenze, una volta costituite, varia anche in rapporto all'organo in cui sono presenti. Di norma le essenze si trovano nelle piante erbacee o
arbustive; più raramente nelle specie arboree.
LE
FUNZIONI espletate dagli oli essenziali nelle piante non sono a tutt'oggi definitivamente chiarite. Le ipotesi più accreditate sono che essi possano controllare
il metabolismo della pianta, consentendone la sopravvivenza anche in gravi situazioni di stress idrico e nutrizionale; non si esclude peraltro anche una funzione di
riserva, in quanto l'utilizzazione delle essenze potrebbe avvenire in caso di carenza di componenti primari indispensabili.
Alcuni costituenti di oli essenziali sono inoltre tossici o comunque irritanti per gli erbivori; questo fa pensare ad un meccanismo di difesa di tipo chimico messo
in atto dalle piante per difendersi dai predatori. La presenza degli oli essenziali in piante come arbusti ed erbe, più a "portata di bocca" di ovini e bovini, rafforza
questa ipotesi.
L'
ESTRAZIONE degli oli essenziali dal materiale vegetale può essere effettuata con procedimenti diversi. Il più semplice è la spremitura; vi sono poi procedimenti
molto più complessi che si basano sulla distillazione o sull'utilizzazione di solventi organici.
L'
UTILIZZAZIONE degli oli essenziali risale a tempi antichissimi. Essi venivano utilizzati sia per le loro reali proprietà che per poteri magici non dimostrati (!).
E' invece dimostrata la loro azione farmacologica, per cui vengono ampiamente utilizzati nella preparazione di medicinali. Dato che un olio essenziale può essere composto
da oltre 100 diversi costituenti, non è sempre facile capire quale di essi è causa degli effetti riscontrati. Il loro impiego, anche se importante, è pertanto
sostanzialmente empirico.
Anche le piante impiegate in erboristeria contengono in buona parte oli essenziali che sono in grado di esplicare importanti attività sull'organismo animale. In genere
in questo tipo di utilizzo vengono impiegate piante o parti di esse non trattate chimicamente.
In campo alimentare gli oli essenziali vengono impiegati per aromatizzare e correggere sapori e odori. In liquoreria il loro uso è noto fin dai tempi della Grecia antica.
In cosmetologia sono sempre più usati perché, nonostante lo strato corneo di difesa, è possibile l'assorbimento di sostanze attive volatili attraverso la cute. Vengono
quindi adoperati sia per i bagni aromatici che per la dermocosmesi.
Gli oli trovano larghissimo impiego in profumeria (basti pensare all'essenza di lavanda!!!). Industrie e laboratori specializzati utilizzano diverse essenze pure o
in combinazione, previ opportuni trattamenti, per formulare profumi per il corpo o per gli ambienti. Anche questo uso è di origine antichissima; il desiderio da parte
della nostra specie di adornarsi di profumi e aromi non è certo nuovo, ma può non essere sempre stato una manifestazione di vanità. Sarà capitato a tutti di vedere il
gatto di casa che, appena uscito in giardino, si strofina sul timo o si rifugia sotto la lavanda per "puntare" un passero o un topo: lo fa per mascherare il suo odore
quando la preda è sottovento. I nostri "protogenitori" hanno certamente usato gli stessi stratagemmi per cacciare e non farsi cacciare; avranno poi notato che era un
buon sistema anche per trovare più facilmente la fidanzata!